Applicazione innovativa di hydrofoil su un idrovolante ultraleggero
Antonio Maglione a, Ubaldo Cella b,c, Marco E. Biancolini c, Leonardo Lecce d
a Ingegneria Dei Sistemi S.p.A.– Aerospace and Unmanned Systems Division
b Design Methods Aerospace
c University of Rome “Tor Vergata”
d Novotech – Aerospace Advanced Technology S.R.L.
Gli idrovolanti hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’aviazione. La loro diffusione è stata importante fin dalle origini della storia aeronautica poiché per operare non necessitavano di grandi infrastrutture di decollo e atterraggio. Hanno svolto un ruolo militare significativo fino alla Seconda guerra mondiale usufruendo, per lo sviluppo, di grandi fondi governativi [1][2]. Competizioni internazionali come la coppa Schneider [3] per idrovolanti veloci avevano, come obiettivo principale, quello di sviluppare tecnologie da utilizzare per gli aerei da combattimento della marina.
Negli anni 50 furono concepiti e sviluppati anche grandi aerobombardieri militari supersonici, ma nessuno di essi entrò in servizio [4]. Dopo la Seconda guerra mondiale la diffusione degli idrovolanti ha subito un forte declino poiché lo sviluppo di missili balistici intercontinentali e il gran numero di aeroporti costruiti in tutto il mondo hanno ridotto la necessità di idrovolanti militari e civili.
Oggi ci sono parecchi idrovolanti attivi. Molti di loro sono aerei civili antincendio, come l’ex Canadair Viking CL415 in grado di sganciare diverse tonnellate di acqua mescolata con agenti ritardanti di fiamma raccolta sui laghi o lungo la costa, e pochi aerei militari dedicati a missioni specifiche come ricerca e soccorso, evacuazione medica e trasporto truppe come il giapponese ShinMaywa US2 e il cinese AVIC AG600 (Fig. 1).